Orgoglio e dignità

TUTTO HA UN LIMITE TRANNE L’INDECENZA. INACCETTABILE!!!…”
Così iniziava il comunicato dei tifosi della Salernitana furiosi perché la propria squadra, ancora prima in classifica, il 30 dicembre scorso ha dovuto raggiungere l’importante trasferta di Monza usufruendo dell’aereo della S.S. Lazio in mancanza di voli charter a prezzi ragionevoli.
Hanno metaforicamente gridato tutta la loro rabbia e disapprovazione verso una gestione, di fatto facente capo al solo Claudio Lotito, che giudicano “insana ed arrogante”, nonostante fosse seria la possibilità di potersi riaffacciare in serie A dopo 2 sole apparizioni nella loro storia.
Oggi che dopo 23 anni sono di nuovo nella massima serie, di fatto sotto la gestione Lotito, ancora non sanno se riusciranno ad iscriversi al prossimo campionato, almeno fino a quando non verrà fatta chiarezza sulla effettiva proprietà della società.
Se non fosse Lotito il protagonista la situazione sarebbe da definire “paradossale”, invece è tutto reale; senza considerare che questa condizione di precaria incertezza coinvolge più o meno direttamente anche la Lazio.
Il rapporto tra la tifoseria amaranto e l’attuale proprietario di Lazio e Salernitana non è mai stato idilliaco, e dopo un primo breve periodo di studio l’intera tifoseria non ha mai fatto passare inosservata nessuna birbonata del Re dei due mondi, quello laziale e quello campano, ripudiando e rifiutando, di fatto, una conduzione societaria disinvolta e sfrontata, incurante della passione e dei desideri, della storia e del senso di orgoglio e di dignità di un popolo, per quanto numericamente ridotto.
Dal 2012 rivendicano ad alta voce il loro “orgoglio e la propria dignità”, difendendo i propri colori da moralizzatori e benefattori.
I metodi li conosciamo bene anche noi tifosi laziali: comportamenti prepotenti, atteggiamenti boriosi e presuntuosi celati sotto la maschera pubblica del buon padre di famiglia, l’empatia sventolata e mai provata, l’imponderabile a giustificare disastri annunciati, l’umiltà tralasciata, il protagonismo egocentrico e il narcisismo tipico di chi si erige ad unico depositario della verità, distributore automatico h24 di offese ed oltraggi alla storia e ai personaggi che hanno contribuito a farla.
Noi abbiamo sperato all’inizio, poi qualcuno ha mangiato la foglia e sono nati movimenti di liberazione, proteste più o meno organizzate, più o meno popolari, più o meno condivise dall’intera tifoseria, e infine c’è stato Lazio-Sassuolo, con un intero stadio (40.000 persone) che hanno chiesto a Lotito di lasciare.
Ma lui non si è scomposto: ha potenziato, anzi, ha chiesto di potenziare la scorta, ha chiesto ed ottenuto l’appoggio delle Istituzioni, si è trincerato dietro i risultati e i bilanci. Dai quali, guarda caso, emergono le puntuali elargizioni che annualmente la S.S. Lazio sborsa proprio a favore di quella Salernitana che Lotito tiene come ruota di scorta, nell’auspicio di poter un giorno concludere anche a Salerno qualche affare sostanzioso.
Ci siamo lentamente assuefatti ed accontentati delle solide realtà, che tutto sommato fanno comunque comodo; ci siamo convinti che non possiamo avere di meglio, che i numeri contano più di idee e sogni, ci siamo rassegnati a vivere alla giornata e alla paghetta settimanale.
Abbiamo accettato che la storia fosse allontanata e riscritta, che esistesse una Lazio A.L. (avanti Lotito) e una D.L. (dopo Lotito) in nome di qualche risultato sportivo e di qualche classifica sopra gli odiati dirimpettai.
Non giudico, ne prendo atto; ognuno risponde alla propria coscienza di laziale libero.
I tifosi della Salernitana NO: la quasi totalità lo ha sempre osteggiato, mettendo avanti a tutto “orgoglio e dignità” di un’intera città, facendo passare in secondo piano il primato in classifica pur di rivendicare e difendere la propria identità. Esigono rispetto e lottano per averne, senza essere disposti a negoziare.
Noi lo abbiamo contestato quando le cose andavano male e gli abbiamo infine permesso di festeggiare le vittorie sotto la Curva Nord, loro quando sono primi in classifica tappezzano la città di manifesti contro di lui.
Noi lo abbiamo ringraziato riverenti per averci regalato con i nostri soldi un aereo bulgaro di seconda mano colorato di bianco e celeste per il solo piacere di poterlo sbattere in faccia ai cugini, mentre i salernitani, con cui non abbiamo alcun grado di parentela neanche alla lontana, gli hanno addirittura restituito i 100 palloni che il co-patron spesso ricorda loro di aver portato quando comparve per la prima volta nella città campana, “perché non c’erano neanche quelli…”.
Un po’ come la storia della S.S. Lazio presa al funerale e riportata in coma con debiti che si moltiplicavano esponenzialmente ad ogni intervista.
E lui, che rispetta regole, regolamenti e leggi senza soluzione di continuità, risponde che “…i tifosi facessero i tifosi, il presidente facesse il presidente. Devono parlare delle cose che gli appartengono e tifare la squadra del cuore nel rispetto delle regole. Non consentirò mai ai tifosi di sostituirsi alla società…”. Messaggio ricevuto.
Anche dalle Istituzioni, sportive e non solo, che per anni gli hanno permesso di fare il bello e il cattivo tempo, compresa la possibilità di possedere (e gestire…) 2 squadre di calcio professionistiche, prima dell’inevitabile ultimatum…
Noi assistiamo ormai da anni indifferenti all’uscita dalle nostre casse dei milioni necessari per la gestione della Salernitana, sotto forma di servizi o pubblicità, e non ci chiediamo neanche più se i prestiti o gli acquisti che facciamo per conto della seconda società di Lotito portino qualche frutto, visto che da Salerno non è mai rientrato un calciatore migliorato o esploso, tranne Strakosha…: veri e propri investimenti a fondo perduto.
Loro, tifosi di una squadra fondata nel 1919, sciolta nel 1925, rifondata nel 1927, 2005, 2011 e che vanta 3 partecipazioni al campionato di Serie A (una nella divisione nazionale del 1945-46), 25 al campionato di serie B, 57 complessive alla ex serie C e attuale lega Pro, 1 in Lega Pro seconda diivisione e 1 in serie D, con un palmares che annovera come migliori risultati 2 campionati di serie B vinti, da anni, quando inveiscono inferociti contro Lotito, lo invitano più o meno gentilmente ad andarsene, aggiungendo: “…Salerno non è la Lazio!”.
Noi, invece, tifosi della squadra più antica della capitale, che vantiamo 2 Scudetti, 7 Coppa Italia, 5 Supercoppe italiane, 1 coppa delle coppe, 1 Supercoppa europea e 1 coppa delle Alpi (da non confondere con la Coppa delle Fiere…), abbiamo paura a chiedergli di assecondare le legittime ambizioni della piazza, investendo finalmente soldi suoi oppure cercando soci che lo aiutino o acquirenti che gli subentrino.
Troppo impavidi e ingrati i salernitani, o troppo remissivi e riconoscenti noi?
E soprattutto: chi incarna meglio lo spirito del “tifoso autentico”?
E ancora: cosa avrebbe detto e, soprattutto, cosa avrebbe fatto il tifoso laziale primo in classifica se, in mancanza di voli charter a prezzi ragionevoli, avesse visto viaggiare la sua squadra sull’aereo del Real Madrid?
E infine: come avrebbero reagito i tifosi salernitani se fosse stato promesso loro un futuro “modello Ajax”, con la realizzazione di un’Academy intitolata ad uno dei personaggi che hanno fatto la storia del club, di cui dopo quasi 7 anni ancora non si intravede neanche il progetto?
Sarebbe da dire “ai posteri l’ardua sentenza”, ma vista la longevità presidenziale ed istituzionale del personaggio, non sappiamo bene a quali riferirci…
Intanto prepariamoci tutti, laziali e salernitani, ad un’altra estate di passione, e in bocca al lupo ad entrambi…
Infine allego la versione integrale del comunicato dei tifosi della Salernitana del 30 dicembre scorso da cui ho preso spunto, che mi sento di considerare la preghiera laica di ogni tifoso libero e fiero:
 
“Ennesimo affronto ad una città ormai stanca di voi e della vostra strafottenza. Un viaggio su un aereo di proprietà della Lazio che mortifica nell’anima. State calpestando con insana arroganza l’orgoglio di una tifoseria intera. La nostra dignità strucida e sgualcita. Non è più tempo di attese o valutazioni. Non è più tempo di attendere o sperare in un risultato sportivo. L’attuale società ha esaurito il suo tempo. Della vostra morale ne abbiamo le palle piene. La misura è colma: ve ne dovete andare!!! La nostra dignità va oltre un estemporaneo primo posto in classifica. La nostra dignità non può avere un prezzo e non sarà MAI negoziabile nemmeno per una categoria.
A DIFESA DELLA NOSTRA IDENTITÀ. A DIFESA DELLA NOSTRA GENTE. A DIFESA DELLA NOSTRA CITTÀ. DIRETTIVO SALERNO”.
 
(se vi piace lasciate 👍 qui sotto) Paolo Scafati

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